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Un racconto di Andrea Vitali
Quel folle amore
tra marito e moglie

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"Per l'Amore ho sfidato
ragionevolezza e età"
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Anche la cultura non resiste
al fascino dell'amore
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Ammaliati da Di Caprio
ma pure da due 80enni
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La vita prima del sì
in un deserto rosa
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Le relazioni degli altri
per scoprire noi stessi
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L'amore diventa digitale
e trasforma le relazioni
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"Rischiamo di dimenticare
parole, baci e abbracci"
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"In fin dei conti il web
è come la discoteca"
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Vite al verde
Una Greta, tante Grete
per difendere l'ambiente
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Sfrigolerà in padella
e non sarà più cara
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Laboratorio a cielo aperto
dalla val Bedretto sino al Po
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LE FIRME DEL CAFFÈ
FOGLI IN LIBERTÀ di Renato Martinoni
Il turismo e l'ambiente
oltre la crisi della pandemia
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Renato Martinoni
Uno studio dell’Università di San Gallo, ne ha dato conto l’ultimo "Caffè", offre spunti interessanti intorno al settore turistico nei prossimi anni. La transizione verso la normalità sarà difficile e durerà a lungo. L’unico elemento certo sarà la "volatilità" degli sviluppi futuri. Questo pone dei problemi ma offre anche delle chances. Un primo mutamento riguarda la geografia. Il turismo internazionale è in fase di stallo, per l’impossibilità di uscire dai confini nazionali e di prenotare viaggi e vacanze con largo anticipo. Ciò favorisce la mobilità interna. In altre parole: gli svizzeri viaggeranno in Svizzera. Nei mesi passati abbiamo riscoperto il nostro paese, raccogliendone un sentimento di viva fierezza.
Non solo, lo studio sangallese parla di un nuovo modo di valutare i valori (paesaggistici, culturali, sociali) e dell’insorgere di un sentimento di gratitudine degli svizzeri nei confronti di un paese, il nostro, che è in grado di garantire un’offerta varia e di alta qualità per il tempo libero. Le previsioni dicono che anche dopo la fine della pandemia, ameno per qualche anno, la situazione del turismo interno migliorerà. Una bella notizia, se verrà confermata dai fatti. Anche per l’ambiente. Un’occasione da non perdere. La lunga pausa, imbastita di sofferenza e di riflessione, ha prodotto una maggiore coscienza del valore della sostenibilità nell’ambito del turismo. Tutti sappiamo quali e quanti danni sono stati commessi nei decenni passati solo per compiacere imprenditori egoisti e viaggiatori insensibili nei confronti della natura dei luoghi e delle consuetudini culturali e sociali degli indigeni.
Agli operatori verrà richiesta sempre più flessibilità. Bisogna essere pronti e disposti ad accettare decisioni anche dell’ultima ora da parte di chi intraprende un viaggio, e quindi prenotazioni di oggi per domani (o per stasera). Cambierà anche la tipologia della mobilità. I viaggi si faranno individuali e il turismo di gruppo diventerà più difficile da organizzare. Insomma, ci saranno in giro meno autobus carichi di gente e più individui, coppie o famiglie ristrette. Questo non vuol dire che gli spazi potranno essere ridotti. Al contrario il turista singolo avrà bisogno di maggiore agio. Diventato più maturo (speriamo davvero!) sarà sensibile a valori irrinunciabili come la sostenibilità. Serviranno alcune implementazioni: strumenti digitali più efficaci, la capacità di andare incontro presto e bene ai nuovi bisogni, sostegni finanziari per promuovere questa metamorfosi del viaggio moderno. Non ci saranno due fasi: pandemia e post-pandemia, cioè crisi e ripresa. I momenti saranno tre: pandemia, "costruzione" (strategia delle aperture) e normalità ritrovata.
Non solo, lo studio sangallese parla di un nuovo modo di valutare i valori (paesaggistici, culturali, sociali) e dell’insorgere di un sentimento di gratitudine degli svizzeri nei confronti di un paese, il nostro, che è in grado di garantire un’offerta varia e di alta qualità per il tempo libero. Le previsioni dicono che anche dopo la fine della pandemia, ameno per qualche anno, la situazione del turismo interno migliorerà. Una bella notizia, se verrà confermata dai fatti. Anche per l’ambiente. Un’occasione da non perdere. La lunga pausa, imbastita di sofferenza e di riflessione, ha prodotto una maggiore coscienza del valore della sostenibilità nell’ambito del turismo. Tutti sappiamo quali e quanti danni sono stati commessi nei decenni passati solo per compiacere imprenditori egoisti e viaggiatori insensibili nei confronti della natura dei luoghi e delle consuetudini culturali e sociali degli indigeni.
Agli operatori verrà richiesta sempre più flessibilità. Bisogna essere pronti e disposti ad accettare decisioni anche dell’ultima ora da parte di chi intraprende un viaggio, e quindi prenotazioni di oggi per domani (o per stasera). Cambierà anche la tipologia della mobilità. I viaggi si faranno individuali e il turismo di gruppo diventerà più difficile da organizzare. Insomma, ci saranno in giro meno autobus carichi di gente e più individui, coppie o famiglie ristrette. Questo non vuol dire che gli spazi potranno essere ridotti. Al contrario il turista singolo avrà bisogno di maggiore agio. Diventato più maturo (speriamo davvero!) sarà sensibile a valori irrinunciabili come la sostenibilità. Serviranno alcune implementazioni: strumenti digitali più efficaci, la capacità di andare incontro presto e bene ai nuovi bisogni, sostegni finanziari per promuovere questa metamorfosi del viaggio moderno. Non ci saranno due fasi: pandemia e post-pandemia, cioè crisi e ripresa. I momenti saranno tre: pandemia, "costruzione" (strategia delle aperture) e normalità ritrovata.
10-04-2021 22:00
Londra,
La polveriera
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